Sappiamo come la sofferenza e la paura per il futuro trasforma l’esperienza di malattia in un periodo di forti prove con difficoltà anche nei rapporti interpersonali e sociali con un dispendio emotivo e di coinvolgimento anche per i caregiver che spesso hanno a carico la quasi totalità della gestione delle problematiche legate ai malati. Parliamo in questi casi proprio del passaggio dalla presa in carico alla presa in cura della persona e del sistema famiglia che gli ruota intorno con le reti sociali e affettive di cui necessita.
Dati sempre più significativi suggeriscono come la percentuale di sopravvivenza sia strettamente correlata, oltre che alle terapie specifiche, all’atteggiamento psicologico con cui la persona si pone nei confronti della patologia.
Se il tempo si dilata e il margine di guarigione diventa rilevante assume allora un ruolo centrale nella gestione e nell’assistenza quotidiana il concetto di qualità di vita, che richiede di essere articolato in prassi operative quotidiane allo scopo di conferirgli concretezza e spessore.
E’ constatazione comune e condivisa come la condizione di malattia ponga la persona di fronte a gravi problemi di natura fisica, ma anche di natura psicologica quali:
- l’autopercezione,
- l’immagine di sé,
- l’autostima
sottoposte, durante il percorso terapeutico-assistenziale, a forti pressioni emotive.
Diventa fondamentale quindi mantenere un buon livello di autostima perché la persona possa ri-costruire una propria identità personale in grado di integrare il danno derivato dalla malattia in una nuova immagine di sè.
Per le donne provate dalle cure è importante trovare o ritrovare la propria immagine, non rinunciare alla propria femminilità, vivere la quotidianità senza sentirsi “diverse”, queste sono le coordinate entro le quali progettare un laboratorio estetico.
Il “Progetto Beauty of Hospice Care” intende da una parte, essere un’azione concreta per le donne, in questa particolare condizione di malattia oncologica; dall’altra costituire, insieme alle altre iniziative, un ponte di apertura delle Cure Palliative verso l’esterno, che si inserisce nel più ampio obiettivo di diffusione della cultura delle Cure Palliative: da luogo chiuso di morte a luogo aperto di vita fino alla fine.
- Gli obiettivi sono:
- aiutare a riacquistare benessere,
- recuperare fiducia nel proprio aspetto fisico,
- valorizzare la bellezza,
- potenziare l’energia e la forza psichica.
Si prevede il coinvolgimento di una estetista volontaria con frequenza quindicinale. Per migliorare il proprio aspetto fisico sia dal punto di vista della cura della pelle, delle mani, dei piedi e del trucco.
“La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo”